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Ad un bacio dato a mia suocera..


di geppettino2003
29.09.2024    |    41.426    |    29 9.8
"Vuoi che ti venga nel culo?” Due colpi secchi, spingo ancora e giunge il momento della mia sborrata..."
Costretto dalla necessità di dover riempire la dispensa di casa sono al supermercato. È festa, ne ho dovuto cercarne uno aperto e sono in quello dove mi servivo anni fa, prima della separazione da mia moglie.
Quasi un’ora dietro al carrello ed alla cassa sento una voce familiare chiamarmi. È Teresa mia suocera, meglio ex. 
Un veloce chiacchiericcio e, viste le numerose borse della spesa, ed un imminente acquazzone estivo sopraggiungere, offrirmi disponibile ad accompagnarla in auto sino a casa.
L’iniziale suo declino soccombere alla mia insistenza.
“Guarda che tempo, non credo che riusciresti ad arrivare a casa senza inzupparti. Credimi!”
Una riflessione che la convince.

Nel breve tragitto verso casa, pur passati anni, rivedo quella sua sensualità che ho avuto modo di apprezzare. Donna Teresa si avvicina ai settant’anni, ricordo una donna dal carattere chiuso, di poche parole. Da quando è vedova ha abbandonato il suo essere. Mi è accanto con indosso indumenti tipici dell’età, lasciandosi andare ad un trasandato essere, nascondendo le belle forme del mio passato sollazzo. Non più la femmina dei suoi tempi migliori e delle trascorse mie più trasgressive fantasie.
Pochi minuti per ritornare indietro negli anni ai miei nascosti pensieri a lei dedicati. Anni di piacevoli contatti. Si ho avuto per quella donna perniciose fantasie, al limite del lecito, del possibile, e del giusto.
Giunti sotto casa la galanteria mi impone di aiutarla a salirle la spesa.
Cinque anni di matrimonio, il divorzio, ed ora, dopo tre anni, rientro in quella casa.
Giusto il tempo di un caffè per ringraziarmi e ritornare al nostro bel rapporto. Dispiacersi del come è finito il mio matrimonio, non entrare nel merito delle responsabilità ammettendo che da una parte una figlia dal carattere difficile e pretestuoso, contrapporsi ad un genero affabile e premuroso.
“Sai ho pianto quando sei andato via.”
Ad un suo bacio di puro affetto sulla guancia, un attimo e ritornare ad un forte desiderio che mi ha assillato per lungo tempo in quegli anni.
E se osassi ora!
“Sai mi piacerebbe rivederti gioviale ed affascinante come negli anni del mio matrimonio.”
“Che vuoi dire?”
“Ricordo il fascino che sapevi emanare. Come te poche!”
“Cioè?”
Avvicinarmi sciogliere i lunghi capelli sale e pepe, raccolti in un tristissimo chignon, con le mani ravvivarne il volume, arruffarli e lasciar cascare le ricche ciocche sulle spalle e sul prosperoso seno.
Lei lasciarmi fare incuriosita, io
Indietreggiare di un passo ed ammirarla nei piacevoli miei ricordi.
“Tutto qui?”
Sorridere al mio fare. Chissà da quanto tempo non lo faceva!
“No! A dir la verità mancherebbe un qualcosina.”
Senza darle alcuna possibilità di chiedere, avvicinarmi ed armeggiare sul primo bottone dell’anonima camicetta bianca, valorizzare il sensuale seno sia pure protetto da uno dei più brutti reggiseni mai visti in vita mia.
Ancora arruffare i grigi capelli e ammirarla in niente, e con poco, trasformata nella affascinante suocera del mio passato.
Alla sua sorpresa compiacermi.
“Ecco adesso puoi preparare il caffè.”

Sicuramente confusa, si dedica al suo fare. Di spalle davanti ai fornelli, ad un involontario suo innocente piegarsi, ammiro quel bel fondoschiena che, per quanto appesantito dall’età, risveglia in me ancora il forte desiderio di trapanarlo.
Dopo anni me ne vergogno. Non governo il piacere nel drizzarsi spontaneo del cazzo nei pantaloni.
La fantasia assalirmi!

Alcuni minuti trascorrere chiuso nei miei ricordi.
Al suo percepire il mio stato chiedermi dei miei pensieri.
Al mio glissare il suo insistere.
Decido di spingermi oltre! Provare ad esaudire un desiderio che per anni mi ha intrigato. Tornare forte il desiderio di poterla baciare. Un solo bacio di crescente sensualità. Ma mi interrogo sul come potrebbe reagire!
“Allora?”
Con il timore non tanto di un rifiuto, ma della reazione, la prendo alla larga.
“Se devo essere sincero, un’altro desiderio lo avrei, ma credo sia destinata a restare solo una mia fantasia. Difficile da soddisfare.”
Lei di spalle, rivolta alla cucina, intenta al suo fare, non da tanta importanza alle mie parole.
“Avanti, dimmi pure, che sarà mai?
Mi decido.
“Per tanto tempo ho avuto il desiderio di poterti stringere forte a me e darti un bacio. Mi chiedo se possa essere la volta buona.”
Si ferma, resta per alcuni istanti di spalle e, giratesi verso di me, con voce secca
“Ma che dici? Sono tua suocera, per di più una vecchia signora.”
Incurante della sua reazione mi avvicino a lei. 
“Scusami! E’ un desiderio che mi porto dietro da tempo e non voglio turbarti, ma vorrei solo un bacio.”
Prendo le sue mani tra le mie, convinto del suo girare il viso in segno di netto rifiuto. Invece resta immobile, il suo sguardo è basso mentre timido sfioro le sue labbra. Un contatto che mi elettrizza!
Sorpresa, nel rendersi conto del mio fare, reagisce con un filo di voce tremante
“Oh mio Dio, che stai facendo! Sei impazzito!”
Mi stacco, allontanandomi mi scuso.
“Sai l’ho desiderato per molto tempo.”
Attimi dove il silenzio impera, ma le sue mani non lasciano le mie.
Nei suoi occhi più l’imbarazzo che la paura!
Solo un istante per riavvicinarmi con lo stesso intento, un po’ sfacciato, un altro bacio. Netto percepisco la secchezza delle sue labbra.
Inerme, forse spaventata, sicuramente turbata, le mani sul mio petto non hanno la forza di respingermi.
Azzardo, e spingo la punta della lingua ad inumidire morbide labbra.
La cosa stupirla!
Non darle il tempo di realizzare. Approfitto! Sfrontato, il mio attacco in un bacio che ho desiderato lungo e pieno di coinvolgente passione.
Un lungo attimo e, stravolta, sottrarsi al morboso assalto.
Un rossore diffondersi sulle gote, il respiro farsi corto, le mani coprirsi il volto.
“Ma ti rendi conto di ciò che vuoi fare! Mi stai facendo vergognare!”
Nel suo dire la sensazione di una reazione più dovuta che imposta!
Spudorato mi riaccosto ad umide labbra.
Forte il suo imbarazzo, la mani stringersi a pugno sul mio petto, percepire un suo lento illanguidirsi e, ad un lunghissimo sospiro, perdere forza e lasciare alla mia lingua di deflorare la sua bocca. Delicatamente spingo, entro per cercare la sua, senza pensare all’immediato dopo, non stacco le labbra dalle sue.
Percepisco un suo tremore, ed un respiro spezzarsi!
Resta immobile, non reagisce. Un solo, lungo,attimo e, sorpreso, mi ricevo una nervosa lingua a sopraffare la mia, che spinge nella mia bocca.
Lunghissimi secondi di una mia cercata passione, con lingue che si incontrano in un vortice di crescenti, ed intriganti, emozioni.
Iniziamo a limonare come adolescenti rapiti dal primo rubato pomiciare.
Il cazzo nei pantaloni reagisce scomposto!
“Ecco hai soddisfatto uno sporco desiderio. Ora basta!”
La voce tremula!
Sale, invece, il mio desiderio di andare oltre, e vedere sino a dove posso spingermi!

L’abbraccio, un solo scopo, appoggiarla al bordo del tavolo,
abbandonate le sue labbra, le mie scendere sul collo, sfiorare i lobi delle orecchie, stuzzicarli con la punta della lingua, mentre sbottono ancor di più la candida camicia, alla ricerca dei suoi grossi seni. Tanto cadenti quanto dai capezzoli grossi.
Basita non proferisce altre parole, non si oppone, inerme, forse più confusa, che spaventata, mi lascia fare.
Solo un sospirato
“Noooooo…”

Al palparle delicato il seno,
trovo mammelle molli, e sento i capezzoli cominciare ad irrigidirsi.
“Ma cosa vuoi fare?”
Con un filo di voce.
Ad un profondo suo respiro, slaccio gli ultimi bottoni della camicia alla ricerca di quei grossi bottoncini. Li solletico con le dita, li stringo, senza premerli, da su quel suo brutto reggiseno.

“Sono vecchia, ti prego non posso fare queste cose!”

La punta della lingua ancora sul collo, lo lecco, di nuovo sulle orecchie, sfioro carnose labbra, sussurrando quanto la desideri e quanto il suo essere vecchia non incida sul mio immaginarla tanto porca!
“Una vecchietta che, se vuole, sa ancora essere provocante e fica!”

Scuote la testa ma non ferma le mani scoprire, dall’offensivo reggiseno, un morbido seno con delle larghe areole dall’intenso colore roseo.
Quelle sue mani dal petto si spostano alle mie spalle, ma non spingono, nulla fare per allontanarmi.
Senza alcuna possibilità di fermarmi, immediato il mio alternare in bocca i capezzoli belli e sodi, li trattengo tra le labbra. La lingua li lecca perversa.
Sfrontato il mio fare, li sento crescere in bocca, con le labbra ne circoscrivo il volume. Prima uno e poi, subito, l’altro.
“Fermati! Non puoi farmi questo!”

Senza tanti convenevoli divento sfacciato, l’occasione di stringerla darmi l’opportunità di farle sentire la solidità del mio uccello. Davanti a lei ostento un signor cazzo diventato spaventosamente duro.
Quelle mani stringere di nuovo le mie, irriguardoso ne porto una sulla patta e, non senza incontrare sua resistenza, le faccio toccare un cazzo diventato turgido e incontenibile.

“Lo senti l’effetto che mi fai”
“Sei un pazzo. Posso essere tua madre!”
La mano resta però ferma sulla mia eccitazione, mi guarda, nei suoi occhi non c’è disprezzo nel nascondere il viso poggiandolo sul mio petto.
Un invito!
Regna il silenzio.
Il ghiaccio sembra rotto.
Posso andare oltre?

Con una eccitazione che non controllo, azzardo! Con la mano cerco i lembi della gonna li sollevo, in niente accarezzarle le cosce.
“Non voglio! Non posso…”
La lingua continua il turbinio sui capezzoli, una mano sfiora l’interno delle morbide cosce e, con la complicità dei nostri respiri, risale veloce verso le mutande di grande misura che indossa.
Una situazione che sta diventando surreale.
“…non è corretto!”
Alle sue parole la mano passa dalla calza all’inguine, poi sulla mutanda, leggerissimo un dito oltrepassa quell’anonimo tessuto, si insinua, sfiora una fica priva di umori.
“Sei solo pazzo!”
Ma è debole la sua reazione.
Continuo a succhiare i capezzoli, delicato li mordicchio, e ad accarezzare la fica da sopra le mutande.
Perde il fiato, la sento tremare, l’equilibrio instabile, ma mi lascia fare senza proferire parola.
Ad un fremito stringe le gambe.
“Ti prego basta! Smettila! Non è più quel mio tempo!”
Torno a baciarla, anticipo ogni sua reazione, una furiosa lingua riprende a lottare con la sua.
“Come può piacerti una vecchia come me!”
Senza però sottrarsi dal tenere la mano sulla patta e, con modi scomposti, netta la sensazione di accarezzarmi il cazzo con lunghe pause. Palese mi appare volerne saggiare la potenza nel mio essere sempre più duro. Lo sente palpitare violento tra le sue dita.
Sussulta, sconvolta
“Ma che mi fai fare”

Abbandonando quel morboso contatto porta le mani a coprirsi il viso, per poi accarezzare il mio.
In poco cedere ancora ad un bacio con una passione intensa credo mai vissuta da entrambi.

È il momento di confessarle il mio vero desiderio. Il poter scopare quel gran femminone stravolge i miei pensieri.
Perché non provarci!
“Teresa ti voglio scopare, mi hai sempre eccitato, e vederti oggi mi ha fatto tornare indietro a quegli anni risvegliando quel mio desiderio che ho soppresso per lungo tempo ”
“Tu devi essere incosciente. Non può essere vero!”
Un dito, solca i lembi della sua fredda fica.
“Non puoi farmi questo. Mi stai offendendo!”
Sfacciato, ad una debole resistenza, supero la barriera del tessuto, cerco il clitoride tra la sua ricca peluria. Tra le dita sento le grandi labbra fremere e il ricciolo di lunghi peli cominciare a bagnarsi.
Una sua mano si aggiunge alla mia, e non credo per fermarla!

Con l’eccitazione a palla la spingo a sdraiarsi sul tavolo, senza che lei esiti, le alzo la gonna, mi basta solo un attimo per privarla di offensive mutande.
Non resisto alla visione di un pube coperta di peli radi e grigi, che, nel frattempo, mostra essersi imbevuta di qualche umore.
L’aspetto è molto erotico ed invita alla scopata.

“Non posso fare queste cose! Mi vergogno…! Cosa penserai di me!”
È debole il suo reagire.
“Teresa sei stupenda e ora sentiti troia solo per me!”
“ODDIO!”
Vedo grandi labbra sporgenti e l’argenteo luccichio accentuarsi. Sfacciato un dito accarezza diventate umide labbra e poi si dedica al clitoride usando, alternativamente, il medio e l’indice.
Al morboso contatto scuote il capo sbattendo all’indietro la testa. Ha gli occhi chiusi ed entrambe le braccia tese, con le mani ad afferrare i bordi laterali del tavolo. 
La sto eccitando e ciò ulteriormente sconvolge me!
Ancora due morsi ai capezzoli, ed abbasso la testa verso la sua fica.
Flebile la sua resistenza.
“Ti prego fermati.”
I suoi pensieri lottare tra il mio spudorato fare e un corpo che sembra cedere ad un piacere scordato.

Sdraiata su quel tavolo solo una residua resistenza al mio divaricarle le gambe. Chino tra invitanti cosce inizio ad accarezzare con le labbra una riscaldata fica.
“Devi esserti ammattito!”
Sconfitta dal mio mordere delicatamente quelle grandi labbra, il corpo reagisce scomposto e, nel mordersi le labbra, strozzare un gemito.

Lecco la fica, prendo il clitoride in bocca, l’ho succhio, al mio morderlo un suo sussulto. Un attimo e più giu, giù sino al buco del culo. Un buchino che non mostra segni di largo uso.
“Non posso! Non voglio!”
La voce trema sempre di più. Debole il suo opporsi, il corpo risponde alle stimolazioni.
Freme!
È pronta a godere!
Ma non voglio che venga così presto, così mi sposto un po’ di più verso il basso e metto la lingua dentro la fica il più in fondo possibile per leccare sino a dentro, spostandomi più volte dal buco del culo al clitoride. 
Le è difficile trattienere un lungo, profondo, sospiro, allentando la presa sui bordi del tavolo.
Ci vuole poco per sentire il salire del suo sospiro, primi gemiti, così eccitanti da autorizzarmi a più veemenza.
“Perché mi tratti così?
“Perché sei una gran fica. E lo sai bene!”

Ancora la lingua passo dalla fica al buco del culo, e senza che lei opponga dissenso, con fare naturale chiude le gambe, le mani sul mio capo è debole il tentativo di spingerlo. 

È bagnata! È una sensazione indescrivibile sentirla intrisa di umori sulle piccole labbra. La lingua assapora i suoi succhi, sfiora un paio di volte il turgido suo cazzetto. Trema come se fosse percorsa da scosse elettriche.
Geme!
Non riesce a resistere!

Ancora le dita sulle grandi labbra e scendo verso il buchino, spingo leggermente.
Mi guarda.
“Ti prego, questo no!”
Ritraggo le dita, stendo più volte la lingua, dalla fica al culo.
Il corpo reagisce.
Deve piacerle! Netta la sensazione che nessuno le abbia mai leccato il buco di un gran bel culo.
Intanto le due dita continuano il morboso fare. Un attimo e le sono dentro.
“DIO!”
Un imprecazione che la sconvolge!
Con la fica sul mio viso, una mano sulle tette pizzica duri capezzoli, l’altra infila tre dita nella fica per un perverso ditalino. Non smetto di succhiare il clitoride, e di spingere forsennato le mie dita. 

Trema !
“Mi stai facendo sentire sporca!” Parole strozzate al soccombere del salire dell’eccitazione. Sento che si sta arrapando e la conferma nelle sue mani entrambe sul mio capo, accarezzarmi la testa e spingerla tra le gambe. È oscena nel suo divaricarle al gemere di un crescente piacere.

Alle dita nella calda fica, porto il mignolo sul suo piccolo buchetto posteriore che chissà quanti cazzi ha desiderato.
Avverte quel mio tentativo di deflorarla e si irrigidisce.
“Non questo no! Non sono una putt…”
Ma non mi ferma. Non si oppone.
Inizio a stimolare quello splendido buchino, è il momento di provare l’affondo!
Proseguo imperterrito a leccarla sul clitoride, facendo scivolare il pollice a raggiungere il mignolo. Così ha due nella fica e due pronti ad entrarle nel culo.
“No! Non lo fare. Non posso!”
Rispondo infilando il pollice nel culo.
“NO!”
Un urlo che non è una negazione, mi appare più l’emozione di una sensazione mai vissuta!

Ho due dita nel buco del culo che spingono piano e tre nella fica a sfidare il clitoride.
Lunghi secondi di assoluto silenzio, solo il mio fare ed il suo incontrollato respiro.
Le dita sempre più veloci stantuffano la fica e il culo di mamma Teresa, i suoi sospiri salire, cessare il suo debole opporsi, e cedere.
Per pudore si limita ad un solo, secco
“OOOOHHHHhhh………. “
intervallato da gemiti non più soppressi!
È come sentisse dentro due duri cazzi devastarla!

Spudorato spingo le tre dita sino in fondo alla fica, le due aprono il culo. La sento letteralmente aprirsi e, contemporaneamente, percepisco intensi tremori sicuri preludi di un imminente orgasmo.
I lunghi capelli privarmi di una espressione di intensa emozione. Un intenso sospiro, ed il corpo tremare, il capo scuotersi nervoso senza controllo, sconfitto dall’orgasmo
Al suo venire tiro fuori le dita.
Gode!
“Non è possibile…mmmmhhhhh…” Squirta un potente fiotto di un piacere dimenticato. Schizzi continui, ripetuti, l’addome contrarsi, il viso contrito, la voce spezzarsi nel liberare anni di sicura sofferenza.
“Dio cosa mi hai fatto fare! Ed ora cosa può succedere!”

L’unica cosa possibile!
Sento il cazzo duro e pronto per ricevere la sua, giusta, ricompensa.
Pochi istanti per lasciarle osservare la potente eccitazione di un cazzo turgido, teso rivolto verso l’alto davanti al viso di una magnifica troia.
Le mani stringono il duro membro, combatto con la fantasia, con la voglia di offrirlo alla sua bocca, oppure osare di più, sbatterlo nella fica e, magari, nell’impeto incularla.
Difficile scegliere!
Decido per il primo!
“Mi piacerebbe lo prendessi il cazzo in bocca.”
Sfacciato!
“Nooo! Non posso, sono troppo vecchia per questo! Già mi hai fatto cose di cui mi vergogno!”
Solo un attimo per avvicinare alla sua bocca un cazzo duro come il marmo. 
“Ti prego smettila, non farmi fare questa cosa!”
Interpreto il non - farmi - come un possibile volerlo!
Picchietto ripetutamente la rossa cappella sulle sue labbra, il suo respiro spezzarsi ma non ritrae la bocca.
“Posso essere tua madre!”
“No! Adesso sei solo la mia troia. Ti ho sognata così per tanto tempo.”

Stringo tra le dita un palo di carne calda e dura in piena erezione. Lo fissa per lunghi secondi, poi alza gli occhi, cerca i miei, nel suo sguardo non c’è disgusto!
“Ma che mi vuoi far fare! Non l’ho mai fatto così!”
Mi è quasi certo il suo volerlo fare!
“Ho sempre immaginato la tua bocca caldissima da grande bocchinara!’
Ormai perso il rispetto!
Schiude la bocca, capisco che si sta vergognando, ma non si oppone.
Delicato, e molto lentamente, spingo il duro cazzo in bocca.
Leggere, e ripetute spinte.
Al suo restare in silenzio, solo un sussulto scapparle di bocca. Con voce flebile
“Sei in porco!”
Ma nessuna intenzione di offendermi!

Schiude la bocca, inspira, la lingua nervosa cerca la cappella, la trova, in niente la lecca, la accompagna alle labbra.
Spingo ancora il cazzo più dentro.
È una bocca calda!
Inizia a succhiare.
Spudorato arrivo in gola, attimi e lo tiro fuori, spingo ancora, di nuovo fuori e ancora dentro. Praticamente la sto scopando in bocca.
Stupendo!
Un piacere che supera ogni mia più perversa fantasia.
Mugola per il piacere di averlo in bocca, lo lascia scivolare sino in fondo ad una gola profonda. Perso pudore e vergogna, diventa
scatenata, il capo veloce ondula sul duro cazzo, le lebbra stringono forte l’asta, la lingua impazzita lecca dalla cappella prime gocce di un crescente piacere.
“Troia non mi fare venire subito!”
Abbandonato il rispetto è venuto il momento di scoparla furioso.

Ammirarla femmina, stesa su quel tavolo, inerme si miei sporchi attacchi ed in un attimo torno razionale. Mi rendo conto di aver osato, incurante del suo essere, ho approfittato troppo, e non voglio offenderla. La ragione prevalere mi allontana con l’intenzione di rinunciare a scoparla e trovare le giuste parole per scusarmi.

Apre gli occhi e guardando dritto nei miei sussurra
“Stronzo! E’ davvero questo che vuoi? Allora, adesso, scopami!”
sollevandosi, facendo leva sulle braccia, chiede di essere montata!
Sbalordito, non so come reagire se non tornare tra le gambe a baciarla ancora.

Presa dalla lussuria, le braccia sul petto, pienamente disponibile a quel momento, mi impone di sedermi sulla sedia, si adagia sulle mie gambe, con il duro cazzo tra le mani che palpita frenetico tra le sue dita, si accarezza le intime labbra.
“Ora voglio il tuo uccello!”
Imperiosa la spudorata richiesta! 

Sulle mia gambe accompagna la cappella tra l’intima fessura, la infila lentamente, e piano piano il cazzo scivola fino in fondo in una sola mossa.
Mi monta!
Entra con relativa facilità nella fica abbandonando il corpo sopra il cazzo per tutta la sua turgida lunghezza.
“Mmmmhhhh…”
Ascolto il suo gemere nel suo lento prenderlo fino in fondo. La sento tesa, ma sa ancora come usare i muscoli della fica, ne sono impressionato e mi lascio scopare. Furioso succhio le tette e le mordo i grossi capezzoli.

Solo un’ora fa non sapevo cosa aspettarmi.
Dopo anni scopo mia suocera. Anzi a dir la verità è lei che, ora, ha deciso di scoparmi.
Si è lei che mi fotte!

La sensazione di sentire un cazzo che la scopa così sfrontato, deve essere per lei una sensazione unica. Sopra di me, mi guarda negli occhi con il corpo che ondula sul mio. Il cazzo penetra sempre più nella sua fica, divenuta morbida e dal clitoride turgido.
“Quanto tempo, quanto tempo, un lungo tempo! Ssssiiiiii….”
Una volta completamente dentro si rilassa e si abbandona su di me per godersi la sensazione di un cazzo duro, finalmente, dentro la fica
Impazzite mani lacerano la mia camicia, appoggia il seno al mio petto, facendo aderire tutto il suo corpo nudo al mio.
Dio che emozione!
Si solleva, ritrae il cazzo dalla fica, con la mano lo fa scendere poco sotto alla ricerca del pertugio anale. Lo allinea al buco del culo, posiziona il sedere sulla punta del dura cazzo, lentamente porta la cappella a spingere e piano entra.
Nell’espressione del suo viso non c’è più paura ma desiderio mentre dalle labbra esce una sussurrata confessione
“Non l’ho mai l’ho mai dato a nessuno, e tu oggi mi stai facendo fare quello che nessuno ha mai osato farmi.”
Devono esserle piaciute quelle sue dita nel culo.
Intende offrirmi due sua verginità!

Si spinge verso di me mentre lentamente lascia che la lunghezza del cazzo si faccia strada nel suo stretto culo. Piano entra senza particolare attrito in quel magnifico buco del culo. Si incula con dolcezza!
Bagnato del suo piacere la punta sprofonda fino alla radice.
Urla, ma non di dolore. È alto il suo piacere!
“Oh, sì, fammi il culo. Fammi sentire un troione!”
Volgare nella sua, diventata, incontrollata eccitazione!
Sorpreso non so che dire!

Impazzito succhio le tette, mentre lei porta entrambe le braccia alle mie spalle per darsi forza. Il corpo freme, scuote il capo, le lunghe unghie graffiano la mia schiena.
Anch’io tremo!
Cerco il suo sguardo, il viso trasfigurato, gli occhi strabuzzati. Penso che stia per svenire ad un altissimo piacere.
La monta aumenta di frequenza e intensità. Si appoggia sulle mie palle per abituarsi al cazzo nel culo, si ferma per poi lentamente andare su, poi giù ed ancora su. Sento il suo buco contrarsi e la mia cappella muoversi stretta nella sua ampolla.
Le nostre bocche rinsaldate smorzano quello che è un piacere immenso!
Mi tiene a se in modo molto stretto con le braccia intorno alla schiena e le gambe a cingere le mie gambe.
Cavalca selvaggia! Una furia. Un fare che la porta ad un orgasmo dai brividi intensi.
“SSSSSSSIIIIIIIssiiiii’!
Per farla continuare a godere afferro i fianchi e la inculo più forte e veloce. Spingo dentro di lei ogni volta che scende inculandola con la passione accumulata per anni.
Grida!
“DIOOOOOO!”
Il prosperoso seno reagisce alla furia selvaggia del mio sbatterla. “ANCORA…..…..”
Gode ancora una volta. Un piacere scordato da chissà quanto tempo.

Il cazzo si è ulteriormente gonfiato nel suo culo, deve sentirlo perché stringe ritmicamente lo sfintere. Allora mi spingo dentro di lei più forte, e più velocemente, facendole sentire che le palle sono piene di sborra, e che è per lei quel mio perverso seme
“Non fermarti, voglio godere ancora! Sono anni che non godo così!”
Sono quasi sul punto di spruzzare la sborra dentro di lei e mi distaccato un po’ da quel magnifico corpo che ho tra le mani in modo da poter usare le braccia per fare leva e poter dare dei bei colpi lunghi.
Sente il mio di orgasmo crescere, sto per venire. Un turbinio di pensieri, non saper decidere se sborrarle nella fica, in bocca o finire di chiavarla nel culo!
“Teresa non resisto, sto venendo. Vuoi che ti venga nel culo?”
Due colpi secchi, spingo ancora e
giunge il momento della mia sborrata.
Percepisce quel momento, lascia uscire il cazzo dal culo, e subito china tra le mie gambe, esprime un perverso desiderio.
“Ti voglio in bocca!”

In piedi, il cazzo ben rigido,
lei si porge in avanti, prende con una mano la dura asta, lo fa sparire nella sua bocca. Tre, quattro leccate e, su una lingua impazzita, si riceve schizzi potenti di caldissima sborra.
Una sensazione di incredibile piacere. Non credo di aver mai sborrato così tanto in una volta sola.

Ancora una mia fantasia. Fare con mia suocera, ciò che per anni, con la figlia, non sono riuscito a fare.
Un passo indietro e sborro sul suo viso, sporco il seno, schizzi ripetuti in bocca. Il mio caldo seme scivola su quel corpo elettrizzato.
Flotti di sborra che inondano un corpo stravolto.
Mani impazzite lo raccolgono, due dita in bocca minano uno sfacciato pompino.
È impazzita! È come se aspettasse da tempo questo suo momento.
“Non voglio lasciare alcuna traccia.”
Rapido il suo riprenderlo in bocca, leccarlo avida, ingoiarlo sino alla radice. La lingua è impazzita!

Lunghi secondi e restiamo sospesi nel limbo del piacere.
imbarazzo e vergogna sopraggiungere.
Accovacciata sulle mie gambe, con indosso soltanto quella larga camicia a mascherare il pudore di un corpo che sento ancora in fermento.
Al viso sporco del mio piacere si contrappone l’espressione di femmina soddisfatta ma non appagata. Nel suo sguardo l’aspetto della donna tornata felice.

Non so cosa dire, ma provo a scusarmi.
“Teresa, mi dispiace se ti ho turbata e offesa, ma è stato più forte di me. Vederti ha risvegliato in me piccanti fantasie. Per anni ne ho convissuto!”
Allargo le braccia abbracciandola in una stretta che vuole riportare il rispetto a lei dovuto.
Restiamo così per un lunghissimo minuto. Solo i respiri che stentano a tornare normali accompagnano
morbide e belle mammelle accarezzarmi il petto.
“È stato bello essere baciata nuovamente da un uomo.”
Tramante la sua bocca pretende un lungo, e appassionato, bacio.
È lei che cerca, che vuole, la mia lingua. Un bacio che sembra non dover finire. Le lingue riprendono a battagliare. 
Stavolta sono io che resto completamente basito.
In quel suo bacio una certezza. Vuole godere ancora!
Ed io sono ancora duro!

Incrocio lo sguardo, nei suoi occhi è alta la lussuria. Un attimo per scivolare sulle mie gambe, le mani
constatare quanto sia ancora duro il cazzo. Stringe una spudorata eccitazione che non intende abbandonarmi.
Preme sulla fica il duro cazzo affinché possa sentirlo bene palpitare furioso. Con entrambe le mani lentamente apre le morbide grandi labbra e posiziona il cazzo tra le piccole labbra, si accarezza. Con la rossa cappella stimola il clitoride.
Sparge le residue gocce di sborra accarezzando ll’intera asta con le labbra di una fica che pretende ancora piacere.
E eccitata credo come non mai!

Il cazzo continua a pulsare frenetico tra le sue dita, mentre con le mani, lascia alle labbra della fica di assaporare l’essenza di maschio eccitato.
Praticamente mi sta masturbando tirandosi un ditale, godendo dello stato della mia eccitazione.
La schiena poggiata al bordo del tavolo, le gambe completamente allargate il cazzo che struscia frenetico tra esperte mani.
È come se si stesse portando al piacere giocando con un dildo animato!
Le mani spingono il cazzo tra la fica, ma usa solo le dita per scoparsi.
Che magnifica troia!
Gemo di una emozione mai vissuto!
Le mie mani tese spaziano sull’opulento seno, le dita pizzicano durissimi capezzoli, sussulta al mio fare e,
gradualmente, aumenta la velocità della sega/ditalino. sino a quando libera un grida forte e secco, liberando un intendo orgasmo e capisco che sta godendo di nuovo.
“Mmmmhhhhh…”
Desidero che non si fermi!
L’erezione del cazzo sembra tale che che percepisce che da un momento all’altro possa esplodere.
Non ricordo di essere mai stato così tanto eccitato con sua figlia, ed ora con la madre sto godendo come mai fatto con lei.

Sono pronto a sborrare di nuovo, e quel massaggio non dura molto.
Il nostro gemere ci impedisce di parlare, le nostre bocche si rinsaldano, e l’orgasmo ci prende intensamente.
Stringe forte il cazzo alla base Indirizza la cappella contro di me, un attimo per un ultimo duro colpo all’asta e la potenza del primo schizzo si infrange sul mio viso, in rapida successione ripetuti schizzi sulle guance, ancora corpose gocce sul petto.
Quella sua mano non fermarsi, ancora tira, il cazzo reagire, nel suo continuo sparare fiotti di sborrra. 
Rapida si stringe forte a me appoggiando il corpo al mio, ondula il seno spargendo il mio seme sul suo corpo. La lingua raccoglie gocce di sborra e, con un bacio di forte passione, trasferisce alla mia bocca il mio caldo piacere.

Il silenzio impera per lunghissimi secondi.
Con il cazzo diventato morbido tra le dita
“Grazie. Mi hai fatto tornare nuovamente femmina e vivere di un piacere scordato da troppi tempo. Sono anni che vivo di ricordi.”
Sciolta dalla felicità, mi guarda negli occhi passando l’indice della mano sul mio viso a raccogliere residue gocce di sborra portandole alla bocca, mimando in sontuoso pompino.
“Che peccato che si sia afflosciato! Ma so come farlo raddrizzare bene e presto”….
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